Il Sistri, Sistema elettronico di controllo che consente la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi che avrebbe dovuto entrare in vigore dal prossimo 1 settembre, è stato ufficialmente abolito. Il decreto (n° 138/2011), quello della manovra bis, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 agosto in seno al capitolo sulle “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”.
Il provvedimento è ora in attesa di conversione in legge per lo stop definitivo al sistema.
Duro il commento del WWF Italia all'abolizione del Sistri prevista dalla manovra economica del Governo.
“La prevista abrogazione del sistema Sistri nell'ultima manovra genera uno stato di confusione tra gli operatori in un settore così delicato come quello della gestione dei rifiuti. Questo non fa che scoraggiare gli onesti, favorire i furbi e prosperare la malavita. “L'interesse del Governo – continua l'associazione - dovrebbe essere quello di operare un serio contrasto a questa attività illegale non solo per non pagare un domani le spese necessarie per riparare i danni all'ambiente, ma perché la lotta al traffico illecito dei rifiuti produrrebbe un importante flusso di entrate nelle casse dello Stato e contribuirebbe già oggi agli scopi della manovra economica in discussione”.
Il Sistri aveva preso il via nel 2009, su iniziativa del ministero dell’Ambiente, al fine di permettere una migliore tracciabilità alla movimentazione a livello nazionale dei rifiuti speciali e di contrastare dunque i traffici illeciti. Proprio il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, critica ora duramente l'abolizione del sistema definendola come un vero e proprio “regalo alle ecomafie”.
Secondo quanto dichiarato dal ministro Prestigiacomo, infatti, “abrogare il Sistri significa disattendere un obbligo europeo, rinunciare di fatto alla legalità in un settore su cui prosperano gli affari delle mafie, lasciare senza un effettivo controllo 14 milioni tonnellate di veleni che ogni anno il sistema produttivo italiano produce e sul cui smaltimento oggi non esiste alcun serio sistema di monitoraggio”.
In Italia ogni anno 'spariscono' oltre 30 milioni di tonnellate di rifiuti, con un giro d'affari di diversi miliardi di euro. Nel nostro Paese circa l'80% dei rifiuti prodotti in totale rientra nella categoria dei rifiuti speciali, di cui il 10% è costituito da quelli speciali pericolosi.